RealBlaze007
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La sinfonia fu dedicata a Federico Guglielmo III, Re di Prussia.
La sinfonia è storicamente indicata come il capolavoro di Beethoven, nonché tra i punti più alti mai raggiunti dalla musica di ogni epoca. Ciò nonostante, non le sono state risparmiate critiche, e in particolare all'ultimo movimento (singolarmente, il più famoso) sono state rimproverate alcune durezze:
«[e]arly critics rejected [the finale] as cryptic and eccentric, the product of a deaf and ageing composer» -Nicholas Cook.
Giuseppe Verdi, che stravedeva per i primi tre movimenti, criticò invece aspramente l'ultimo.
Al Metropolitan Opera House di New York viene eseguita nel 1913 diretta da Arturo Toscanini con Louise Homer.
Al Teatro La Fenice viene eseguita nel 1944 con Cloe Elmo.
Al Wiener Staatsoper viene eseguita nel 1965 diretta da Karl Böhm con i Wiener Philharmoniker, Wilma Lipp, Christa Ludwig e James King.
Per celebrare la caduta del Muro di Berlino, nel Natale del 1989, Leonard Bernstein la eseguì alla testa di membri di diverse orchestre europee alla Schauspielhaus di Berlino, solisti June Anderson (Soprano), Sarah Walker (Mezzosoprano), Klaus König (Tenore) e Jan-Hendrik Rootering (Basso). Per quell'occasione, egli stesso sostituì alla parola "Freude" ("gioia"), che ricorre nel corso del IV movimento, la parola "Freiheit" ("libertà"). L'esecuzione fu registrata e pubblicata dalla Deutsche Grammophon con il titolo Ode an die Freiheit: Bernstein in Berlin.
Durante il periodo della divisione della Germania, l'Inno alla gioia è stato l'inno per la Squadra Unificata Tedesca durante i Giochi olimpici svoltisi tra il 1956 e il 1968.
Nel 1972, la versione strumentale (senza coro), è stata adottata come inno europeo dal Consiglio d'Europa e, successivamente, dalle Comunità europee (ora Unione europea) nel 1985.
Dal 1974 al 1979 fu inno anche per la Repubblica di Rhodesia del governo segregazionista di Ian Douglas Smith con il testo "Rise, O Voice of Rhodesia".
Il coro del quarto movimento viene inoltre utilizzato anche nelle manifestazioni calcistiche: dal 2005 al 2015 è stato l'inno ufficiale della Copa Libertadores mentre dal settembre 2014, una versione strumentale riarrangiata di un frammento del quarto movimento viene utilizzata come sigla di apertura e di chiusura delle partite di qualificazione ai Campionati europei di calcio e ai match della zona europea di qualificazione ai Campionati mondiali di calcio, oltre che delle trasmissioni ad esse correlate.
Alcuni movimenti della nona sinfonia eseguiti su sintetizzatore Moog da Walter Carlos fanno parte della colonna sonora del film Arancia meccanica, in particolare l'Inno alla Gioia che accompagna per contrasto le immagini brutali della "cura Ludovico" durante la rieducazione del protagonista.
L'inno alla gioia è nella colonna sonora del film L'attimo fuggente del 1989, suonato dalla Chicago Symphony Orchestra.
L'esecuzione di parte del 4º movimento è contenuta nel film Departures di Yojiro Takita del 2008.
L'esordio del 2º movimento è contenuto nel film Whatever Works di Woody Allen del 2009.
Parti della nona sinfonia sono contenute nel film Warrior di Gavin O'Connor del 2011.
Una citazione dalla nona sinfonia si trova anche nel film L'era glaciale 4 - Continenti alla deriva.
Parte della Sinfonia si trova nel film The End of Evangelion della saga Neon Genesis Evangelion del 1997.
Il film Lezione ventuno di Alessandro Baricco parla dei motivi della creazione della nona sinfonia (secondo l'autore).
Il film Amata immortale di Bernard Rose, del 1994, che narra la vita romanzata di Beethoven, dà una interpretazione di questo brano ricollegandolo all'infanzia del piccolo Ludwig.
L'esordio del primo movimento (Allegro ma non troppo, un poco maestoso) è di una certa rilevanza drammatica nel film Equilibrium del 2002.
Io e Beethoven di Agnieszka Holland del 2006.
Il 4° movimento della sinfonia viene più volte citato nel film Trappola di cristallo di John McTiernan del 1988, venendo anche eseguito nei titoli di coda.